Frammenti

Dietro le quinte de “La Contorsionista”

vestito contorsionista

La valigia vicino al letto della contorsionista è degli anni 40/50, interamente in cartone con manico in cuoio, apparteneva a Gregorio Maschi, artigiano della pietra di Parabita (Lecce).

LA VALIGIA DI CARTONE

La valigia vicino al letto della contorsionista è degli anni 40/50, interamente in cartone con manico in cuoio, apparteneva a Gregorio Maschi, artigiano della pietra di Parabita (Lecce). Come lo sappiamo? Perchè è il nonno di Daniela!

Gregorio è partito per la Svizzera con questa valigia alla ricerca di lavoro in un periodo molto difficile per l’Italia, momento storico in cui molti sono emigrati cerando fortuna e libertà. Alcuni italiani, come Gregorio, sono poi ritornati in Italia in un momento migliore, altri sono rimasti nel paese che li ha accolti.

Il tempo è stato un po' severo con questo oggetto così affascinante, infatti è notevolmente “vissuta”, la fodera all’interno è del tutto mancante, ma forse è proprio questo il suo fascino: essere stata utilizzata ancora e ancora, aver accompagnato il viaggio e poi essersi nascosta dentro un garage fino a trovare finalmente un posto tutto suo nella bella scena con la contorsionista.

Anche la sveglia, dei primi anni 40, apparteneva alla stessa persona, e molto probabilmente talvolta sveglia e valigia hanno viaggiato insieme.

Le abbiamo riunite per questa occasione, una piccola avventura, per due oggetti rimasti separati per tanto tempo.

La valigia di cartone è un oggetto che richiama alla mente un periodo particolare della storia dell’Italia: quello dell’emigrazione per cercare lavoro e fortuna. Un simbolo, la ricerca di una vita migliore, la conquista della libertà.

Valigia della contorsionista dietro il tendone
vestito contorsionista circle

Il costume della contorsionista è stato disegnato pensando a una ragazzina che corre libera tra i campi di papavero.

IL COSTUME DELLA CONTORSIONISTA

Il costume della contorsionista l'ho stato disegnato apposta per lei. Ho volutamente scelto la maglina, con una trama solitamente utilizzata per i pigiami, un tessuto estremamente semplice, a cui è stato aggiunto merletto bianco sui bordi. I piccoli papaveri sono stati realizzati a mano uno per uno con tulle rosso scottato a fiamma viva sui bordi per farlo leggermente arricciare. Al centro di ogni papavero sono cucite perline in legno color castagno.

E’ stato pensato per lei un abito che la facesse apparire come una ragazzina, semplice e un po' country, come un fiore di campo.

Il papavero, appartiene alla famiglia delle "erbe della buonanotte" per i suoi effetti sedativi, essendo anche un fiore di campo spontaneo, ben si abbinava con la libertà nel sonno della contorsionista.

IL BAULE 

Quello usato nel set fotografico della contorsionista è un baule degli anni 20 davvero imponente e pesantissimo, rinvenuto in cantina di Daniela (fonte sempre di una gran quantità di oggetti di nessun valore economico ma immenso valore affettivo); aspettava silenzioso il suo momento per ritornare ad essere utile e protagonista.

Una volta i bauli venivano utilizzati per trasportare gli effetti personali durante gli spostamenti, erano quanto di più sicuro e robusto ci potesse essere poiché erano pesanti ed erano dotati di chiusura con chiave.

Questo in particolare, apparteneva ad un Ufficiale di Marina, e sul coperchio era applicata una targa in metallo riportante nome e cognome “Giuseppe Scognamiglio”. Il baule veniva imbarcato sulla nave durante i suoi numerosi spostamenti e conteneva quanto necessario per affrontare il viaggio da una destinazione all’altra.

L’ultimo viaggio di questo baule è stato quello che ha riportato lui e la sua famiglia in Italia da Pola, città che ha visto la nascita dei suoi figli ma che ha dovuto lasciare a causa della guerra.

Da quel giorno è rimasto chiuso in cantina per circa 80 anni.

Nonostante la nostra contorsionista fosse davvero minuta e leggerissima abbiamo voluto provare la sua robustezza salendoci sopra in 3, e fortunatamente, anche se con numerosi scricchiolii, ha resistito. Il baule è così pesante che se le fosse davvero appartenuto, la contorsionista difficilmente  sarebbe mai riuscita a spostarlo da sola anche se vuoto.

Il pigiama della contorsionista

Il pigiama della Contorsionista è un delizioso capo in cotone piuttosto spesso del tardo periodo Vittoriano/Edwardiano, la sua particolarità è che la camiciola è unita al pantalone pertanto è un pigiama intero aperto al cavallo fino alla parte posteriore.

Stavamo cercando un pigiama intero per la Contorsionista poichè nella nostra storia è una ragazzina piuttosto sportiva, a cui piace dormire comoda e quindi cosa c'è di più comodo di un pigiama intero che permette di girarsi in qualsiasi posizione?

Acquistato a Glasgow, in Inghilterra

Tuttavia abbiamo dovuto apportare una piccola modifica: il “cavallo” era aperto, come tipico per l’epoca, e quindi è stato cucito in modo che potesse assumere davvero ogni posizione in tutta comodità.

Sono state scelte 3 foto per il trittico ma sapete quante posizioni diverse ha dovuto interpretare la nostra contorsionista? 12! Doveva rotolarsi nel letto ad ogni scatto ed è stato divertentissimo vederla improvvisare 🙂

Il papavero, appartiene alla famiglia delle “erbe della buonanotte” per i suoi effetti sedativi, essendo anche un fiore di campo spontaneo, ben si abbinava con la libertà nel sonno della contorsionista.