SEI NAUFRAGAT* QUI DA NOI

CHI E' NAUFRAGILI?

Difficile dirlo in poche parole, dato che noi ne usiamo tantissime! Siamo quelli che raccontano storie, emozioni, sentimenti. Racconti che sono "sensibili"...

fragili e bisognosi di essere “sentiti”. Per noi sono uno strumento emotivo. Per condividere una emozione insieme, anche solo una, segreta e piccola…una soltanto, che ci accomuna per istante.

Naufragili racconta con la fotografia, con la musica, la voce, con le parole scritte, quelle emozioni che almeno una volta, in tutti, hanno riempito il cuore fino a farlo naufragare. La nostra bussola punta dritta all’inclusione, utilizzando tutte le carte del mazzo sensoriale, per non lasciare nessuno escluso.

Raccontiamo con grazia
la fragilità

Il nostro progetto cominciò con il circo "Dietro il tendone; quando le luci si spengono". Abbiamo iniziato il viaggio con una narratrice che si racconta togliendo la maschera a 12 personaggi del circo e scoprendoli come semplici esseri umani, trovando in ciascuno una parte di sé stessa.

Abbiamo continuato senza rimettere la maschera, perchè è un "Fragile Naufragio" quello che alcuni hanno nel cuore. Per questo, il mood di Naufragili è quello che commuove e consola, si siede accanto ai cuori fragili e dice "Sai, anche io ho provato questa emozione, te la racconto". E' per chi sa lasciarsi coinvolgere e non ha paura di avvicinare con grazia la fragilità. Senza giudizio. Con cura.

E’ per le emozioni… è per questo motivo abbiamo creato Naufragili.

Lo stile emotivo di Naufragili è ciò che rende questo progetto qualcosa che è fruibile da tutti (non a caso lo rendiamo multisensoriale) ma davvero adatto solo a poche persone. Lo sappiamo bene. Perchè questo progetto è davvero parte di noi e siccome ci conosciamo bene …sappiamo che non riusciamo a entrare nel cuore proprio di tutti tutti e forse è giusto così. Ci piace toccare le corde di chi è simile a noi, per raccontare qualcosa che “risuona”, qualcosa che in tanti o in pochi, chissà, abbiamo nascosto dentro. Un punto da coccolare, da legittimare, da condividere.

Il percorso che ha portato Naufragili ad avere questo stile inizia con noi, con quella parte un po’ “rotta” che aveva bisogno di essere ascoltata, con l’obiettivo di coccolare proprio la parte più fragile e vulnerabile e raccontarla in tutte le sue sfumature, trasformarla in bellezza.

I vecchi racconti d’autore erano brevi narrazioni per adulti e avevano sempre un autore, che spesso, trascriveva e modificava, fiabe o storie tramandate oralmente dalla tradizione popolare che narravano ogni nefandezza dell’animo umano, senza tanti fronzoli, senza edulcorare i ruoli dei protagonisti che erano ben definiti. Buono e cattivo avevano l’aspetto più chiaro possibile, e quando questo era camuffato… ah! L’inganno! Se ci pensiamo bene, il lupo cattivo, l’orco, la belva, la matrigna, la strega cattiva, il cacciatore, erano davvero personaggi del “lato oscuro“. Nulla veniva risparmiato, ebbene, neppure la morte, per quanto possa sembrarci crudele. Questa è la vita, una delle tante possibilità, non c’è per forza sempre il lieto fine. Quello che resta dietro la fiaba, sono le emozioni.

Sono i cuori sensibili che balenano in burrasca

Il panorama emotivo dei racconti di Naufragili è vasto e profondo, richiama sentimenti semplicemente complessi, ancestrali, istintivi.

Naufragili segue questo filone emotivo. Quello del "non il lieto fine sempre e comunque".

Il nostro animo è ricco di sfumature e di sfaccettature, di vette e di abissi. Alcune cose ci segnano, altre ci spezzano il cuore, altre ancora lo cullano, allietandolo.

Naufragili siamo noi, e quei cuori che hanno vissuto tempeste, quelli che le hanno superate, ma anche chi sta ancora “balenando in burrasca” come dice una bellissima poesia del Cardarelli.

Non abbiamo paura di raccontarvi una storia che non finisce "bene". Non abbiamo paura di ricordarvi che esiste anche la malinconia, anche la nostalgia, anche l’amore perduto, anche quello trovato ma in un modo diverso da come ci aspettavamo. Non abbiamo paura di dirvi che la solitudine è sola e la malinconia è fragile

L'inchiostro del pennino: la nostra personalità

Pensiamo i racconti così come ci dice il cuore. Non c’è alcun "manuale del perfetto narratore\ sulla nostra scrivania, ma solo bottiglie di inchiostro che hanno passato momenti migliori e ci hanno sempre fatto compagnia.

Così alcune righe le scriviamo con l’estratto di vera fiaba, altre con l’inchiostro di cuore infranto e altre ancora con il nerofumo di inquietudine. Qualche volta ci perdiamo una virgola. Ogni tanto, tentenniamo sui puntini, un po' come quando vuoi dire qualcosa di importante e le parole escono senza chiedere permesso, oppure improvvisamente… mancano.