Anita

Una madre, una figlia, un pegno d’amore…

Audioracconto

By: Naufragili

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Audioracconto

By: Naufragili

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Su di un giunco sento libellule, ali leggere e veloci e corpi sottili, scintillanti di blu e di verde.
Che odore ha oggi l’acqua? Di giunchi e sassi, terra umida e foglie calde.
Ti sentivo giocare e ridere, correre lungo il lago.
A volte eri verde, a volte eri blu, la mia piccola libellula dalla voce squillante. Senza le scarpe, gambe veloci e danzanti, braccia nel vento e piedi nel fango.
Anita cartolina 2 ©Naufragili
Anita cartolina 3 ©Naufragili
Poi non ti sentii più. Con gli occhi stretti guardai il lago e vidi solo il sole.
Ti ho cercata mia piccola libellula ma non facevi più rumore.
Ti ho trovata nel lago come ninfea, con le braccia aperte come ali o croce, non emettevi alcun suono ma io sentii distintamente il mio cuore cadere fuori dal mio petto e affogare nell’acqua sprofondando in un tuffo muto.
Ti strappai al lago ed esso mi strappò il cuore: tra le mie mani ora eri un fiore freddo e bagnato, deposta e inerme tra le mie braccia impotenti, sulle mie gambe che più non potevano inseguirti né sorreggerti. Troppo lontana da me, dal sole e da tutto.
Anita cartolina 4 ©Naufragili
Non era stata la mia ninna nanna a cullarti, non era in grado il mio abbraccio di svegliarti e anche se ti chiamai con tutta la voce che avevo in gola, nessuno più poteva ascoltarmi e io mi udivo muta e sorda, a me stessa e al mondo intero.
Anita cartolina 5 ©Naufragili
Anita cartolina 6 ©Naufragili
Promisi, pur di poterti rivedere correre e fiorire come primavera, di restare ove il mio cuore era caduto poc’anzi. Lo chiesi a chi come me già aveva deposto Suo Figlio, lo chiesi senza alcuna parola, come preghiera e supplica, non come uno scambio ma come una donazione, un atto di fede, la mia vita intera per il tuo respiro.
Io non pronunciai mai parola né tanto meno la udii, ma la tua mano che mi toccò il viso disse che ero stata ascoltata. Per questo ti abbracciai come quando eri nata, stringendoti al cuore e baciandoti la fronte come se tu fossi fatta di petalo, di ali di libellula, di filo di seta, fragile e tiepida come una piuma caduta mossa da un soffio. Sapevi di acqua e vita, di zucchero e sogno.
Il lago ti aveva strappata a me, ma io offrii il mio cuore per salvarti e Per Grazia Ricevuta fu accettato il mio pegno d’amore. Ora abito il lago come una fenice d’acqua, né donna né fenicottero, una somma delle parti, di piuma e d’argento, guardo l’estate come si guarda il sole, con gli occhi stretti e il naso arricciato.
Che odore ha oggi l’acqua? Di giunchi e di sassi, di terra umida e di foglie calde, e sa di vita, la tua che è tornata, la mia che qui è rimasta per l’amore e la gioia di saperti crescere.
Curiosità su Anita
Frammenti di questa storia: curiosità e piccoli segreti